lunedì 3 dicembre 2012

Recensione di Claudio Grimaldi a "Ritorno alla letteratura"


Ritorno alla letteratura. Saggi e testimonianze su Retour à Zanzibar, F. Proïa e G. Giansante (a cura di), Chieti, Solfanelli, 2011, pp. 328.

Validissimo omaggio a una delle figure letterarie più importanti del panorama italiano, il volume Ritorno alla letteratura, a cura di François Proïa e Gabriella Giansante, edito dalla casa editrice Solfanelli, rappresenta un’esaustiva e trasversale celebrazione di Retour à Zanzibar di Gabriel-Aldo Bertozzi, primo romanzo del fondatore dell’Inismo, artista di fama internazionale nonché affermato letterato e docente di lingua e letteratura francese presso l’Università “G. d’Annunzio” degli Studi di Chieti-Pescara. Edito nel 2008 dalla parigina Éditions du Rocher e ripubblicato in seconda edizione l’anno seguente da Le Serpent à Plumes Éditions, Retour à Zanzibar viene analizzato e sviscerato in tre approfondite sezioni (Scritti critici, Articoli in facsimile e Omaggi letterari e artistici dedicati a Retour à Zanzibar), a cui segue un interessante Dossier iconografico con foto di vita di Bertozzi e immagini relative ai temi del romanzo stesso. Di ampio respiro e profonda criticità, ognuna con le proprie peculiarità specifiche, le suddette sezioni evidenziano gli elementi salienti del romanzo di Bertozzi, sottolineando i punti di forza, i riferimenti culturali e l’organizzazione testuale di un’opera in prosa che, difficile da collocare in un genere letterario ben definito, si configura sin dal principio come un “onniromanzo”.
I numerosi contributi, raccolti in occasione della conclusione delle manifestazioni per i trent’anni della nascita del movimento inista e redatti in lingua italiana, francese e inglese, risalgono al bienno di pubblicazione di Retour à Zanzibar. Proponendo un’attenta analisi del primo romanzo dello scrittore, da intendere in tal senso come una summa di tutte le sue capacità artistiche, letterarie e didattiche (R. M. Palermo, D. W. Seaman), Ritorno alla letteratura è infatti un’esaltazione delle profonde conoscenze di Gabriel-Aldo Bertozzi, perfettamente calate in un testo in cui i richiami letterari, la componente inista (E. Di Martino) e un’identità artistica quasi pittorica fanno da quadro d’insieme alla storia concretamente narrata. I rimandi di natura non propriamente romanzesca abbondano: spunti poetici di vario genere (a Rimbaud, Apollinaire, Sahfi Adam Sahfi, Baudelaire, Breton), spunti narrativi di tipo mitico-epico (a Euridice, Orfeo e Icaro), echi teatrali, spunti di stampo pittorico (a Albrecht Dürer e Botticelli) e l’impiego di tecniche narrative di tipo cinematografico (R. Fasciani), in cui la vista è il senso di percezione privilegiato attraverso cui il lettore seguirà la storia di Julius Applemayer alla ricerca della schiava Noname, sono soltanto alcuni degli elementi rintracciabili nell’opera e che soltanto un lettore preparato può cogliere e approfondire. Il viaggio a cui il titolo del romanzo fa chiaramente riferimento è tanto fisico quanto esistenziale (A. Giampietro): i personaggi che animano la vicenda seguono un percorso che dall’Africa li conduce in Europa e in tal senso Zanzibar, l’isola dei Sultani nonché uno dei più importanti centri commerciali del XIX secolo, rappresenta la prima tappa di un percorso volto allo svisceramento del prorio io, a un perpetuo spostamento da un estremo all’altro della propria anima. In questo continuo movimento, Bertozzi riesce a fondere scienza e mito, fede e ragione in una scrittura che diventa quasi poesia, creando un incessante gioco linguistico di cui “Noname” è soltanto il primo fra i tanti esempi che l’autore dissemina continuamente nel proprio testo (M. Genovese, P. Corvino).
I contributi contenuti in Ritorno alla letteratura scandagliano gli elementi di Retour à Zanzibar con dettagliata precisione, cercando di definirne il corretto genere letterario a cui l’opera potrebbe ascrisversi. Racconto di viaggio e di avventura, racconto d’amore ed erotico, racconto filosofico-mitico, racconto fantastico, racconto autobiografico e d’invenzione (P.-G. de Roux, L. Forestier): in realtà il primo romanzo di Bertozzi racchiude tutte le caratteristiche di tali generi. Un “onniromanzo” (D. Iaria, V. Serafini), un ritorno al romanzo complesso e ricco di quell’intertestualità che Gérard Genette ha definito magistralmente nelle sue Figures. Anche il protagonista dell’opera, Julius Applemayer, appare come un personaggio eclettico, in continua evoluzione e difficilmente classificabile nei canonici schemi, un personaggio fra i numerosissimi che si affacciano nella narrazione, reali o immaginari, storici o sognati, insulsi o mitici che siano. Molteplici sono anche i segni alchemici e mitici disseminati nel romanzo (M. Ferrarini, F. Bursin, J. Vebret): in Ritorno alla letteratura sono tutti analizzati con grande accuratezza, con grande criticità, sottolineando la straordinaria capacità di Bertozzi di spaziare su più domini culturali, fondendoli in un unico insieme che a una lettura non attenta può generare un senso di confusione, di caos ma che in realtà risulta il frutto dell’immensa potenza creatrice di uno studioso tout court (B. Lestang, M. Nuti).
L’eccezionale talento letterario di Bertozzi si evidenzia anche sul piano formale della scrittura, non soltanto su quello puramente contenutistico e narrativo (F. Todeschini, R. Guitton): la ricchezza e la diversità linguistica, l’uso di metafore e la creazione lessicale, il gioco allusivo dei nomi e dei suoni sono gli elementi fondanti della sua scrittura, che diventa quasi una poesia in prosa, soprattutto nelle minuzione descrizioni dei luoghi e dei personaggi.
L’arte narrativa, retorica e poetica di Bertozzi viene a più riprese sottolineata all’interno di Ritorno alla letteratura: le sue capacità fanno sì che Retour à Zanzibar diventi un effettivo romanzo di sperimentazione (F. D’Ascenzo, F. Marroni, U. Perolino), in cui si mescolano tutti i generi letterari esistenti contribuendo alla creazione di un’opera letteraria che diventa una vera celebrazione dei miti di Bertozzi stesso. In effetti il percorso iniziatico di Julius Applemayer rappresenta il pretesto per celebrare i miti letterari dello scrittore, in primis Rimbaud, a cui allude già nel titolo, ma anche a tanti altri scrittori della letteratura francese e mondiale (fra cui si ricordano soltanto Apollinaire, Dante, Keats, Lorca e Balzac). Bertozzi attinge a tutta la sua conoscenza per la scrittura di un romanzo che è il viaggio dell’anima del protagonista narrato, ma che presto si trasforma in un viaggio esistenziale del personaggio e del lettore che indubbiamente fruisce di tutti gli stimoli letterari disseminati nel romanzo (S. Serraiocco, A. Merante).
La continua quête di Noname (A. Gasbarrini, J. Viola) passa non soltanto per i paesi che Julius deve percorrere, per i simboli che deve decifrare ma anche per gli odori e i colori dei luoghi mitici visitati nonché per i personaggi che si incontrano durante il viaggio: Retour à Zanzibar è un romanzo dei sensi, un’opera in cui il lettore si perde con piacere tra gli elementi evocati e la narrazione della vicenda chiave (C. Revol). In tal senso anche il Dossier iconografico che conclude il volume è una vera celebrazione dell’amore di Bertozzi per la vita e per l’arte. Foto del Salon du Livre di Parigi del 2008 nel giorno della presentazione ufficiale del volume e quelle dei suoi viaggi si alternano alle immagini che presentano i riferimenti letterari e culturali evocati nel romanzo, come per esempio Melencolia I di Albrecht Dürer o Viaggio della regina di Saba di un anonimo etiope.
Ritorno alla letteratura è una totale celebrazione dell’arte di Bertozzi (N. Praz, G. Dotoli), della sua importanza sul panorama internazionale, di cui sono testimonianza i due titoli conferitigli nel 2007 di Chevalier dans l'Ordre du GRIS e di Officier dans l’Ordre des Palmes Académiques. Retour à Zanzibar diventa quindi un fortunato incontro di tutte le doti letterarie del suo autore, della sua innata capacità di scrivere un primo romanzo con l’esperienza di uno scrittore maturo, di colui che riesce a tramutare ciò su cui lavora in un capolavoro. Allo stesso modo Ritorno alla letteratura è anche la possibilità per molti colleghi di Gabriel-Aldo Bertozzi, per molti suoi collaboratori e amici di manifestare la loro più completa riconoscenza a uno studioso, un critico e un artista che ha reso grande il nome dell’Italia all’estero e che, con grandi doti umane, è riuscito a trasmettere tanto al pubblico dei suoi quadri e dei suoi scritti. Ed è proprio Bertozzi stesso a voler condividere in Retour à Zanzibar le sue sensazioni, le sue emozioni con il lettore:
Je ne peux pas séparer la lumière des couleurs, avec celle des parfums, de même que je ne peux séparer la poésie de la peinture, de la musique, de l’architecture, de l’économie.
Ritorno alla letteratura, ritorno al romanzo, Retour à Zanzibar: su questi tre assi si muove l’opera a cura di François Proïa e Gabriella Giansante, i quali sono riusciti, con grande capacità e scelta organizzativa, a pubblicare un volume significativo in cui la figura di Gabriel-Aldo Bertozzi emerge in tutta sua totalità, da fondatore di un movimento di importanza mondiale a pittore di indubbie doti artistiche, da docente attento e colto a collega stimolante e disponibile. I curatori, sperando in un’eventuale traduzione in italiano di Retour à Zanzibar, siglano quindi una raccolta celebrativa di Bertozzi e dell’Inismo, del suo romanzo e della letteratura francese, della scrittura e dell’arte, scongiurando la fine della letteratura e la morte del romanzo, sentenziate dal Surrealismo e dalla pubblicazione dell’Ulisse di James Joyce.


Recensione di Claudio Grimaldi, in Annali dell'Università "Orientale" di Napoli